Santa Lucia compare spesso in dipinti e tele, tanto da diventare un delle iconografie più frequenti della storia dell’arte. Viene rappresentata spesso con un piatto in cui vi sono posti gli occhi, infatti viene considerata dai fedeli la protettrice degli occhi, e di conseguenza dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini.
Uno dei dipinti più celebri che raffigurano la Santa è sicuramente quello di Caravaggio, il Seppellimento di Santa Lucia (1608), realizzato per la Chiesa di Santa Lucia alla Badia a Siracusa quando in quest’ultima città lo stesso pittore, in fuga da Malta, si rifugiò.
Molti altri pittori inserirono l’iconografia della Santa all’interno delle loro opere. Francesco Del Cossa, artista rinascimentale della scuola ferrarese, dedica a questo soggetto una pala d’altare del Polittico Griffoni (1472-73), conservata presso la National Gallery of Art di Washington.
Domenico Veneziano realizza la Pala di Santa Lucia de’ Magnoli (1445), santa a cui è dedicata la chiesa che gli commissiona l’opera, conservata agli Uffizi di Firenze. Questa pala, celebre per essere uno degli esempi più antichi di pala moderna senza scomparti e senza il fondo oro, raffigura la Santa sul lato destro nella consueta iconografia che la vede con in mano un piattino, gli occhi e la palma del martirio.
Sull’altare della cappella Corner nella Chiesa dei Santi Apostoli a Venezia si conserva la splendida pala di Giambattista Tiepolo dedicata all’ultima comunione della santa prima di essere martirizzata. Sulla destra compaiono i ritratti del committente, il nobile Niccolò Corner con il figlio Giulio, mentre in primo piano sono gli attributi iconografici della santa: il pugnale che la uccise e gli occhi nel piatto.
Meno note, ma certamente meritevoli di menzione sono due opere del Moretto (Alessandro Bonvicino, considerato uno dei grandi maestri del primo Rinascimento bresciano). La Madonna in trono col Bambino tra i santi Domenico, Giuseppe, Vincenzo Ferrer, Lucia e un committente, dipinto a olio su tela (177×166 cm) databile al 1525-1530, si trova nella chiesa di San Domenico a Orzinuovi, sulla parete destra del presbiterio. Mentre la Madonna col Bambino in gloria con le sante Caterina, Lucia, Cecilia, Barbara e Agnese, sempre un dipinto a olio su tela (288×193 cm) ma del 1540, è conservato nella chiesa di San Giorgio in Braida a Verona, nell’altare sotto l’organo.
Anche Lorenzo Lotto ha raffigurato “Santa Lucia davanti al giudice”, con un dipinto a tecnica mista su tavola (335×188 cm), datato 1532 e conservato nella Pinacoteca civica e galleria di arte contemporanea a Jesi.
Bergamo offre molte opere d’arte dedicate alla santa: partendo da Colle Aperto la prima tappa tocca il Seminario Vescovile, che conserva un’opera di Fabio Ronzelli (Lucia incoronata da un angelo con Sant’Antonio abate e San Bartolomeo, 1628). Proseguendo per il cuore di Bergamo Alta si entra nelle chiese di San Pancrazio e del Duomo, dove troviamo rispettivamente Marcantonio Cesareo del 1648 (Madonna e Santi, 1628) e un anonimo lombardo del XVII secolo (Madonna e Santi). Nella chiesa affettuosamente dedicatale, in realtà in titolata Beata Vergine dello Spasimo, sono conservati dipinti dei secoli XVII e XVIII di ambito bergamasco, mentre spostandoci nel quartiere più moderno di Santa Lucia, troviamo la santa ritratta in due affreschi posti all’interno della Chiesa del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria, meglio nota come Tempio votivo (Santa Lucia condotta al martirio, di ambito bergamasco del secolo XVI, e una più generica Santa Lucia di ambito bergamasco del secolo XVI).