I dolcetti che porta Santa Lucia

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Prima di andare a dormire, la sera del 12 dicembre, tantissimi bambini prepareranno nelle loro case un piatto di pan secco (c’era una volta il fieno…) e dell’acqua. Un gesto tenero di amore e affetto verso l’asinello di Santa Lucia, che illuminerà la notte più lunga dell’anno portando in dono ai più piccoli regali e, soprattutto, una mare di dolci. Proprio i dolci sono i protagonisti indiscussi di questa festa che accomuna generazioni di fanciulli. Un sottile filo rosso che unisce in un tenero abbraccio nonni, genitori e bambini, tra zuccherini e cioccolatini, tra pacchi regalo e un po’ di carbone che, si sa, non fa mai male.

Insalatine: questo è il loro nome ufficiale, ma più semplicemente sono gli zuccherini che la mattina del 13 dicembre conducono tutti noi ai regali portati nella notte da Santa Lucia. Semplici e colorate, non passeranno mai di moda. Il loro nome è frutto proprio delle vivacissime carte che le contraddistinguono: messe insieme formano un arcobaleno assai simile a una ricca insalata di verdure. Forse non sono il dolcetto più gustoso, ma il fatto che siano proprio loro ad accompagnare i bambini verso i tanto desiderati doni rende le Insalatine le grandi protagoniste di ogni Santa Lucia.

Cri-Cri: finalmente il cioccolato. Alzi la mano chi non ha mai ricevuto in dono da Santa Lucia almeno uno di questi golosissimi dolcetti dall’involucro colorato (simile a quello delle Insalatine). Un cuore di nocciola tostata ricoperto di cioccolato fondente e rivestito di bianca mompariglia, cioè minuscole sferette di zucchero. Amatissime dai più piccoli, anche gli adulti si concedono l’assaggio di queste delicate praline nei giorni di festa: le Cri-Cri riportano a quel piacere segreto e un po’ infantile di sentire sulla lingua il solletico delle palline, la loro croccantezza, il sapore intenso del cioccolato e la semplice bontà della nocciola tostata. Sebbene siano diventate un emblema di Santa Lucia, nascono in realtà a Torino e sono legate a una romantica storia d’amore.

Come racconta Piemont Cioccolato, c’era una volta una giovane di nome Cristina. Abitava nella Torino di fine secolo e si guadagnava da vivere cucendo eleganti abiti per le signore della buona società sabauda. Una “piemontesina bella”, che il giovane innamorato chiamava dolcemente Cri. Il ragazzo era solito comprare in una pasticceria delle praline ricoperte di granelli di zucchero, che non mancava mai di portare agli appuntamenti con la sua Cri. I due innamorati frequentavano la pasticceria e fu proprio lì che la commessa si accorse della loro simpatia. In quelle occasioni, con il sorriso complice, la commessa accoglieva il ragazzo con una domanda: «Cri?». E lui, annuendo, rispondeva: «Cri». Fu così che quel suono trillante e grazioso divenne il nome con cui il pasticcere decise di battezzare le sue dolci creazioni, in ricordo dei due innamorati.

Carbone dolce: non è una Santa Lucia che si rispetti se tra regali e leccornie non c’è anche un po’ di (dolce) carbone. Perché nessun bambino è privo di qualche piccolo peccato e Santa Lucia lo sa. La cosa bella è che dopo il primo sguardo deluso, basta un assaggio perché i fanciulli s’innamorino anche del sapore di questo carbone. Ma chi ne va davvero matto sono i più grandi, che trovano nella semplicità dei suoi ingredienti (zucchero e albume d’uovo) e nella profondità del suo messaggio tutti i valori di una festa con le radici ben piantante nella tradizione.

Monete di cioccolato: una volta c’erano le 50 lire, oggi gli euro. Poco cambia, le monete di cioccolato restano uno dei must di Santa Lucia. Nella loro semplicità rappresentano al meglio la ricchezza di questa festa. Scartare il loro involucro scintillante e poi lasciare che l’intenso sapore del cioccolato si espanda nella nostra bocca mentre la moneta si scioglie è uno dei piccoli piaceri della vita, in grado di riportare indietro nel tempo anche i più grandi.

Ortaglie: indimenticabili sapori dell’infanzia, fresche fantasie di zucchero da assaporare con calma, senza fretta. Le Ortaglie, così come le Insalatine, sono caramelle così semplici eppure così buone… Il loro nome deriva dal fatto che, soprattutto tempo fa, questi dolcetti avevano l’originale forma di ortaggio: c’era la carota, la rapa, la cipolla. Il loro sapore, però, era dolce e pieno, inimitabile. Oggi purtroppo la produzione su larga scala ha fatto propendere le aziende per una forma standard, ma il nome è rimasto quello. E anche la loro immancabile presenza tra i dolcetti portati da Santa Lucia.

Spiedini di marshmallow: si sono diffusi soprattutto dagli anni ’90 in poi e sono diventati una presenza fissa tra i dolcetti di Santa Lucia. Morbidi, gommosi, buonissimi: non era difficile immaginare che questo “cotone dolce” conquistasse, dopo i bambini americani, anche i piccoli italiani. Difficilmente però vengono presentati singolarmente: la loro mise preferita in occasione di Santa Lucia è a spiedini multicolor, in grado di ricreare anche personaggi amati dai bambini. Il sapore, però, resta sempre quello, inconfondibile.

Lecca Lecca: chiudiamo questo nostro dolcissimo viaggio con un dolcetto di Santa Lucia particolarmente apprezzato dai più piccoli. I Lecca Lecca non passano mai di moda. Coloratissimi, possono essere piccoli come enormi, dai mille sapori o in un unico gusto. Poco cambia però, perché tanto piacciono a tutti. La loro “presenza scenica” tra i dolcetti del 13 dicembre è unica: dall’alto del loro bastoncino di plastica svettano su tutti gli altri cioccolatini o caramelle. Storia narra che la loro creazione sia opera di tal George Smith, che nel 1908 pensò bene di raccogliere sulla cima di un bastoncino di legno una massa di zucchero aromatizzato. Nel 1931 registrò la sua idea con il nome di “lollipop”, ispirato a una corsa di cavalli, la Lolly Pop. Non ci è voluto molto perché ne nascessero milioni di imitazioni e perché i Lecca Lecca conquistassero i cuori dei golosi di tutto il mondo. Santa Lucia non poteva esimersi dal rendere questo dolcetto un immancabile must.