La notte tra il 12 e il 13 dicembre arriverà la santa più attesa da molti bambini, colei che a bordo dell’asinello provvederà a depositare su tavoli e madie di mamme, papà, zii e nonni dolci e balocchi di ogni genere. Ma chi è Santa Lucia?
Lucia era una giovane nobile siciliana, che nonostante fosse destinata a nozze combinate aveva scelto di consacrarsi a Cristo, donando tutti i suoi beni ai poveri: queste azioni scatenarono l’ira del suo promesso sposo, che la denunciò al console di Siracusa; da qui l’inizio del suo doloroso martirio, dimostratosi da subito vano nonostante i tentativi di infierire sulla giovane vergine: inizialmente venne indotta alla prostituzione, poi si tentò di usarle violenza, in seguito la si pose su una pila infuocata e infine la si imprigionò per condannarla alla decapitazione. Fu tutto inutile! Tanto che, nel venire condotta al martirio, l’intervento dello Spirito Santo e degli angeli appesantirono il suo corpo a tal punto che anche carri e coppie di buoi non lo poterono trainare fino al patibolo. Avvenne un po’ come per Santa Caterina, per intenderci, o anche Rocco o Sebastiano, che avendo subito più martiri sono stati poi eretti a “idoli” cristiani: il sopportare ingiurie e al contempo il perseverare nella fede, poteva fornire un buon esempio da seguire per tutti i cristiani, un monito, soprattutto a quelli appartenenti alle fasce più deboli, e da qui ne scaturì la loro fortuna iconografica.
Lucia non è quindi da meno, anche perché il suo martirio, quello ufficiale, risulta tra i più terribili: le vennero cavati a mente viva i bulbi oculari, che secondo alcuni lei stessa provvide a “reinserirsi” o a infilare sullo stiletto o sullo spiedino, che simpaticamente appare quale il suo immediato rimando iconografico. In realtà non sappiamo esattamente come venne condotta alla morte, ma di certo l’ultima versione è quella più plausibile e più attinente al significato del suo nome, che rimanda alla luce e al fatto che dopo il 13 dicembre le giornate comincino già ad allungarsi e a proiettarci speranzosi verso la prossima primavera. E proprio per questo motivo la santa è invocata in caso di oftalmia ed è stata eletta quale protettrice degli elettricisti e degli oculisti.
Resta solo da spiegare come Lucia divenne la santa che porta doni ai bambini. Assieme, non c’è bisogno di dirlo, alle letterine. Cosa successe, dunque? Successe che, al tempo di santa Lucia da Siracusa-Bisanzio-Pescara-Venezia, il calendario era diverso da oggi. Era ancora quello antico, come oggi in Russia. Santa Lucia – come si dice ancora – è il giorno più corto che ci sia. Perché corrispondeva, allora, al nostro ventitré dicembre – giorno più giorno meno – cioè al solstizio d’inverno, quando la luce smette di accorciarsi e le giornate iniziano a diventare più lunghe. E santa Lucia (che in realtà, parlando lei latino, si chiamava Lùcia, femminile di Lucio) aveva un nome perfetto per questo giorno: il giorno della luce che si allunga. Lucia è colei che porta la luce, che vince le tenebre, e cioè il regno del peccato. «Lucia nimica di ciascun crudele», la chiama Dante che se l’era scelta come protettrice personale avendo estremo bisogno degli occhi per leggere.
La luce, gli occhi per vedere. Il dono più grande che ci sia, e che nessuno può darsi da sé. Perché questa è la caratteristica della nostra ragazzina: dire a tutti che sono finiti i tempi bui, i tempi in cui gli dei sono sordi, perché è venuta l’ora – ed è questa – nella quale Dio risponde alle nostre domande, ci permette di ottenere l’impossibile. L’imperatore (più esattamente: il governatore Pascasio), quando Lucia gli disse questo, si arrabbiò moltissimo perché voleva essere lui il solo a beneficare gli uomini (tanto è vero che a lei tagliò il collo), e sapendo di non poter essere così generoso e onnipotente come quella giovane (tanto testarda, secondo una leggenda, da diventare di sasso durante gli interrogatori) diceva che era il suo Dio, la mise a tacere. Come se una cosa che non viene detta cessasse di esistere.
Ed ecco allora che, in ricordo di questo, Lucia vuole che ciascuno chieda quello che più desidera. Non tanto per avere la gioia di portare doni (anche questo, ovvio) quanto per ripetere ancora una volta (ogni volta che si apre un regalo) che il suo (e nostro) Dio non è un idolo sordo che ha orecchi ma non ascolta e la bocca ma non parla. Il Dio di Lucia ascolta e risponde.